Chiostro di San Francesco
Il Chiostro Maggiore di San Francesco di Ascoli Piceno, popolarmente conosciuto anche come Piazza delle erbe, si apre in un arioso spazio quadrangolare tra via del Trivio e via d’Ancaria, vicino a Piazza del Popolo ed al teatro Ventidio Basso. Appartiene, insieme al Chiostro Minore di San Francesco, al complesso architettonico dell’omonima chiesa.
La sua area è preceduta da un antistante portico del 1300, sorretto da colonne e pilastri a base ottagonale e quadrangolare, piuttosto bassi, che sostengono gli archi gotici.
Costruito in travertino ed opera muraria, la sua elevazione cominciò nell’anno 1565 grazie al cospicuo lascito testamentario del signore ascolano Giulio Antonio Santucci. In seguito, grazie a Giovan Vincenzo Cataldi, anch’egli signore ascolano, si completò la costruzione del lato nord.
La sua struttura si compone di 20 archi a tutto sesto, cinque per ogni lato, che si sviluppano su colonne corinzie appoggiate su plinti a muricciolo.
Al centro della sua area è situato un pozzo, finemente decorato all’esterno con colonnine tortili di gusto gotico, non dissimili da quelle della facciata della chiesa di San Francesco.
Sul muro del porticato si trova la lapide ovale che ricorda le figure di Nicolò IV, francescano ed ascolano, e Sisto V, entrambi usciti dal convento della città. In un angolo trova la sua collocazione una piccola fonte.
Questo chiostro ospita ogni giorno il mercato delle erbe, per questo ad Ascoli è identificato anche col nome di Piazza della Verdura. Adiacente all’area del chiostro si trova l’aula dell’Oratorio di San Francesco, ora Sala Cola dell’Amatrice, restituita alla città di Ascoli, nel mese di marzo del 2012, dopo un’attenta ed accurata opera di restauro voluta dall’Amministrazione Comunale.
La sua area è preceduta da un antistante portico del 1300, sorretto da colonne e pilastri a base ottagonale e quadrangolare, piuttosto bassi, che sostengono gli archi gotici.
Costruito in travertino ed opera muraria, la sua elevazione cominciò nell’anno 1565 grazie al cospicuo lascito testamentario del signore ascolano Giulio Antonio Santucci. In seguito, grazie a Giovan Vincenzo Cataldi, anch’egli signore ascolano, si completò la costruzione del lato nord.
La sua struttura si compone di 20 archi a tutto sesto, cinque per ogni lato, che si sviluppano su colonne corinzie appoggiate su plinti a muricciolo.
Al centro della sua area è situato un pozzo, finemente decorato all’esterno con colonnine tortili di gusto gotico, non dissimili da quelle della facciata della chiesa di San Francesco.
Sul muro del porticato si trova la lapide ovale che ricorda le figure di Nicolò IV, francescano ed ascolano, e Sisto V, entrambi usciti dal convento della città. In un angolo trova la sua collocazione una piccola fonte.
Questo chiostro ospita ogni giorno il mercato delle erbe, per questo ad Ascoli è identificato anche col nome di Piazza della Verdura. Adiacente all’area del chiostro si trova l’aula dell’Oratorio di San Francesco, ora Sala Cola dell’Amatrice, restituita alla città di Ascoli, nel mese di marzo del 2012, dopo un’attenta ed accurata opera di restauro voluta dall’Amministrazione Comunale.